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Gallo
Gallo

Gallo

bronzo

90 x 40 x 50 cm

1961

n. inv. 95

Nella sterminata ricerca di Crocetti sul mondo animale, oltre ai magnifici felini, ai cavalli rampanti e alle maestose vacche, ci fu spazio anche per bestiole meno imponenti e più comuni; come questo gallo, ritratto in dimensioni aumentate rispetto al reale, come se fosse un monumento.

Oltre a essere la rappresentazione di una vita semplice, contadina, per la quale gli animali da cortile scandiscono ogni momento della giornata, dal gioco al sostentamento quotidiano, il gallo ha anche un significato simbolico molto più profondo: fin dall’antichità, infatti, il gallo era la tradizionale offerta di chi guariva da una malattia al dio della medicina, Asclepio. Questa usanza era talmente tanto radicata nella cultura greca che le ultime parole di Socrate, appena prima di morire, rivolte al discepolo Critone furono: “dobbiamo un gallo ad Asclepio. Pagate questo debito e non dimenticatevene” (Platone, Fedone, 118a, 7-8).

Simbolo salvifico, ma anche bellicoso per indole, il gallo di Crocetti è un pennuto che mostra con orgoglio la propria beltà, alzando la cresta e arricciando il copioso piumaggio. Da semplice animale dell’aia, questa scultura restituisce all’umile bestiola l’ancestrale dignità della vigilanza e della disposizione ardimentosa.

Altre due versioni, di identiche misure, sono conservate presso due distinte collezioni private giapponesi di cui una è datata al 1965.