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Mucca

Mucca

bronzo

76 x 149 x 41 cm

1938

n. inv. 18

La mucca di Crocetti rimanda all’immaginario simbolico con cui l’animale viene identificato fin da tempi ancestrali: la stabilità, l’abbondanza e, soprattutto, l’indole oblativa, riflesso di una maternità pacifica e accogliente. La posizione in cui il bovino è ritratto non è completamente statica: la lieve torsione del muso e l’incedere delle zampe destre suggeriscono movimento, ma è un incedere lento, indicativo della pazienza con cui l’animale sopporta il lavoro agreste e dona nutrimento.

La minuzia con cui il maestro abruzzese ha riprodotto ogni caratteristica fisica dell’imponente bovide, la cui groppa è segnata dalle costole che traspaiono sotto la pelle tesa dal ventre pieno, il cui muso è attraversato dalle vene e ogni muscolo fascia le ossa delle zampe, rende monumentale l’esecuzione dell’opera, dandone un senso di ancestrale sacralità.

Lo studio degli animali fu sempre al centro dell’interesse artistico di Crocetti; in particolare, la mucca è correlata anche alla vita contadina da cui lo scultore di Giulianova proveniva e cui fu sempre legato nel suo ricordo. Questa chiave di lettura si inserisce in una tradizione figurativa ottocentesca per la quale la lentezza dei bovidi rappresentava quell’ideale di vita agreste che si voleva contrapporre alla rivoluzione tecnologica e industriale, si prenda a esempio Donna che munge una mucca di Millet (1854-1860), oppure Bove sulla spiaggia di Giuseppe Abbati (1865 ca.), fino all’esplicativo Riposo di Giovanni Fattori (1887).

Durante l’intero arco della propria carriera artistica, più volte Crocetti tornò sul tema della rappresentazione dei bovini, per esempio nella serie dei Vitellini (1930, 1938, 1940), nel Vitello (1937), nel La vendita della vacca (1932): se il rimando alla vita agricola è una costante in tutti gli esemplari di questa produzione, la Mucca è però l’unica opera attraverso la quale si manifesta una precipua volontà di celebrazione dell’animale in sé, la monumentalizzazione del bovide per la sua implicazione di atavica oblazione.