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Ragazza che legge

Ragazza che legge

Rilievo in bronzo

110x150x20 cm.

1998

n. inv. 1

La figura femminile, assorta nella lettura, ha in sé le caratteristiche proprie della ricerca formale che sempre contraddistinse il lavoro di Crocetti: lo studio dell’aggetto, che gradatamente diventa più marcato fin quasi a sfiorare il tutto tondo man mano che i piani prospettici si avvicinano all’occhio dell’osservatore, espediente direttamente ripreso da Donatello; la scelta di un soggetto qualunque, spogliato di qualsiasi orpello, assurto a mitologia di una realtà quotidiana; la resa scabra delle superfici, soluzione tecnica che rende cangiante la luce a contatto con la materia bronzea e rende sfumati i volumi, similmente alle linee di un disegno in chiaroscuro.

Fin dalle prove giovanili, Venanzo Crocetti pose i propri lavori in costante dialogo con l’arte del passato, dalla scultura fittile etrusca fino alle ricerche moderniste di Arturo Martini, senza dimenticare l’arte rinascimentale: nella Ragazza che legge, il riferimento compositivo alla Leda e il cigno di Michelangelo è palese nella postura semi-distesa della figura, nell’incrocio delle gambe e nella testa reclinata verso il busto; le braccia sono allineate al tronco, unico elemento che si discosta dalla composizione michelangiolesca nella quale il braccio verso lo spettatore è arretrato dietro la spalla. Il riferimento classico, dunque, è impiegato da Crocetti per la rappresentazione di una realtà contingente: poetica moderna che ritrova nella lezione del passato l’espediente per raccontare la contemporaneità.

Il rilievo fu realizzato nel 1998 ed esposto in una doppia mostra personale in Giappone, presso il Yokohama Museum of Art e il Shimonoseky City Art Museum. L’anno successivo, fu in mostra presso il Museum of Modern Art di Gunma; l’opera fa parte dell’allestimento permanente del Museo Crocetti dalla data d’apertura, nel novembre 2002.