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Maternità

Maternità

bronzo

217 x 100 x 75 cm

1998

n. inv. 90

Come proprio della ricerca artistica di Venanzo Crocetti, in questa rappresentazione di una madre con il proprio figlio la ricerca del vero è la caratteristica più evidente. La donna è raffigurata nuda perché nuda è la verità; nella cultura iconografica rinascimentale, la nudità apparteneva alla Venere Urania, rappresentazione dell’amore platonico, ossia l’affetto che è privo di orpelli, quel sentimento incondizionato che non chiede nulla, che dona prima della richiesta.

La ricerca del vero di Crocetti si esplica nella scelta di un modello comune: la donna ritratta ha le rotondità di una puerpera, con il ventre ancora gonfio; il gesto di sollevare il bimbo in aria è tra i giochi più naturali che ogni madre, in qualsiasi tempo e luogo, ha compiuto almeno una volta.

Questa tarda opera del maestro di Giulianova sembra rendere monumentale e allo stesso tempo più realistica e quotidiana la composizione omonima di Gino Vascon del 1914 (Cambi Milano, 29 novembre 2016, asta 266, lotto 22): la posa artatamente studiata dallo scultore veneto diventa, per Crocetti, espressione di una tenerezza quotidiana.

Concepita da Crocetti a New York durante la visita del 1990 per la mostra del Giovane cavaliere della Pace, è l’esaltazione più alta dell’eterno e nobile sentimento della gioia della vita.

Un’altra fusione di quest’opera è collocata presso piazza Orsini a Teramo.