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Lavandaie

Lavandaie

bronzo

23 × 24,5 × 10,5 cm

1937

n. inv. 51

La composizione era stata studiata dallo scultore di Giulianova già alcuni anni prima: ne è prova un disegno preparatorio datato 1930 e conservato presso il Museo Crocetti (inchiostro su carta, 19×28 cm., inv. n. 389).
La versione fittile, però, ha un accento di verismo totalmente abbandonato nell’esemplare bronzeo: gli abiti dimessi della terracotta lasciano il passo a una nudità flessuosa che sembra riportare il gesto banale e quotidiano in una dimensione di mitologica danza, tratta da esemplari antiquariali.
La posizione dei due corpi affrontati, infatti, palesa uno studiato movimento simultaneo e speculare, proprio come in una danza: la divaricazione opposta delle gambe, così come l’analoga presa dei lembi del panno, che descrive una sorta di doppia circonferenza degli arti superiori, è più pertinente a un coordinato passo a due che a un’azione popolare.
In particolare, il movimento combinato delle due fanciulle trova una corrispondenza impressionante con il girotondo muliebre rappresentato nella bordura della Kylix con raffigurazione centrale di Ercole in lotta con Tritone del Museo Archeologico Nazionale Tarquiniense (Tarquinia, 560-530 a.C.).

Una prima versione, di dimensioni più grandi (155×115 cm.), eseguita nello stesso anno in terracotta e poi in bronzo, ora in collezione privata, fu esposta nel 1938 alla XXI Biennale di Venezia (la fusione in bronzo). (Venturoli 1972, fig. 13).