Nel 1947, Crocetti, quasi al termine della scadenza, presentò un modello per il bando indetto dal Vaticano per la realizzazione delle porte per la Basilica di San Pietro. Passarono undici anni dal bozzetto definitivo e altri sette prima che, finalmente, la Porta dei Sacramenti venne inaugurata da papa Paolo VI il 12 settembre 1965. Le vicende storico-critiche legate a tale importante realizzazione sono davvero molto complesse (inv. n. 32), ma soprattutto poco noto è ciò che il magnifico portale cela alla vista dei passanti, ossia il retro visibile solo dall’interno della Basilica.
Sul retro della Porta dei Sacramenti, infatti, due maniglioni figurati a tutto tondo rappresentano l’antico tema iconografico della Traditio Clavium, ossia la scena, d’ispirazione evangelica (Matteo 16, 19), nella quale Gesù Cristo consegna le chiavi della Chiesa a san Pietro. Tale raffigurazione è tanto più significativa se la si pone in riferimento alla tradizione storica del luogo dove è collocato il portale: la Basilica petrina, infatti, si erge sul cosiddetto Trofeo di San Pietro, ossia dove il primo papa venne seppellito dopo il martirio. Delle sculture sovrastanti i maniglioni della Porta dei Sacramenti, esiste una copia conservata presso il Museo Crocetti, facente parte dell’esposizione permanente dal 2014.
Il maniglione destro, dunque, raffigura Gesù Cristo stante che porge con le due mani la chiave della Chiesa alla figura di san Pietro posta sopra il maniglione opposto. La composizione è solenne e ferma, nella quale l’unico accenno di movimento è dato dalla posa appena incedente che si intuisce dai piedi. Gesù è rappresentato come un antico filosofo togato dal volto serafico, la sua fisionomia è allungata in modo innaturale ma proprio questa caratteristica rafforza l’impressione di maestosa ieraticità dall’eleganza del volto che ben si addice alla definizione del Re dei Cieli.
Sotto la figura di Cristo, il maniglione presenta un fascio di spighe e uva (simboli eucaristici) terminante in basso con una medaglia in cui è inserita la firma e l’autoritratto di profilo di Venanzo Crocetti. Nella stessa medaglia, è inserito anche un triangolo, rappresentazione, secondo Crocetti, della forma primaria da cui parte ogni composizione volumetrica. Nella sua autobiografia, infatti, si legge Con particolare attrazione la mia attenzione si è sempre compiaciuta di circuire una figura geometrica: essa è formata da tre linee che congiungono tre punti, uno dei quali non si trova mai sulla linea degli altri due. Si chiama triangolo. Mentre da tempo ormai lontano, sono giunto nella determinazione che tale figura geometrica, la più semplice per chiudere uno spazio con linee rette, rappresenta, a mio parere, uno dei cordini principali, necessario a sostenere la logica della costituzione delle elementare leggi motorie di tutti i settori della meccanica naturale e di quelle conseguentemente applicate dall’uomo – ritengo che il triangolo è l’elemento senza il quale la vitalità, in generale, non potrebbe manifestarsi compiutamente in tutti gli aspetti delle sue infinite variazioni (Venanzo Crocetti, Il triangolo sorgente di vita. Il libro incompiuto del maestro. Appunti e documenti, a cura di Raffaella Morselli e Carla Ortolani, Teramo 2018, premessa).
2007 Roma, Palazzo Chiassi (mostra collettiva)
San Pietroburgo, The State Hermitage Museum (mostra collettiva)
2010 Sulmona, Museo Civico Diocesano (mostra personale)
Tu e Petrus. Catalogo mostra (Roma, Palazzo Chiassi,23 febbraio – 22 aprile 2007), a cura di Giancarlo Alteri e Michele Palazzetti, Roma 2007, pp. 136-137.
Le porte di San Pietro nel XX secolo e storia del tempio nelle medaglie vaticane, catalogo della mostra (San Pietroburgo, The State Hermitage Museum, 18 maggio – 22 luglio 2007), a cura di Raffaele Farina, Roma 2007, p. 197.
L’arte sacra di Venanzo Crocetti, catalogo della mostra (Sulmona, Polo culturale civico diocesano, 19 giugno – 18 luglio 2010), a cura di Tiziana D’Acchille, Albano Laziale (RM) 2010, pp. 110-111.
Cecilia Paolini, Le opere di Venanzo Crocetti a Roma, Teramo 2019, p. 69-82.