Giovane cavaliere della pace. Studio nr. 3
matita, carboncino e acquerello
66,5 x 48,5 cm
1987
n. inv. 86
Prima della definitiva versione, destinata a compiere il giro del mondo come testimonianza artistica dell’auspicata pacificazione dopo la Seconda Guerra Mondiale, Venanzo Crocetti realizzò molteplici bozzetti su carta de Il Giovane Cavaliere della Pace. In questo foglio, la visione del monumento è di tre quarti verso la destra dell’osservatore. Da questi disegni, ben si intende la volontà dello scultore abruzzese: il protagonista dell’opera non è un eroe di guerra, non fa parte di alcun esercito; è un giovinetto che annuncia un’epoca nuova. Anche il cavallo è mansueto, non è pronto allo scatto, non incede al galoppo ma bruca l’erba perché è consapevole che nulla è da temere in un mondo dove regna la pace.
Come ogni scultore, la capacità disegnativa di Crocetti è strabiliante per il senso della luce e della volumetria che riesce a riassumere anche soltanto da un unico punto di vista. La costruzione delle parti in ombra prefigura la modellazione e il cambio di linee da concave a convesse lungo la fisionomia dell’animale; in altre parole, già dal disegno su carta Crocetti studia la composizione volumetrica che poi dovrà essere modellata per la matrice della scultura bronzea.