Il soldato che Crocetti rappresenta ha l’espressione malinconica e attenta di chi porta un carico ingombrante di esperienza. Lo sguardo indagatore e vigile sembra già conoscere ciò che sta osservando. Sebbene per la posizione che il mezzo busto lascia appena intravvedere sia evidentemente afferibile ai busti romani del periodo imperiale (I-II sec. d.C.), per la ripresa frontale delle spalle e la leggera torsione di tre quarti del volto, nello sguardo languido di questo soldato non v’è nulla della fierezza della ritrattistica ufficiale romana, piuttosto la realtà di una vita scomoda e solitaria.
Non si tratta, però, di un soldato romano, ancorché la tipologia del taglio di ripresa si ispiri alla tradizione imperiale, ma di un uomo dell’età rinascimentale, in considerazione della lorica a piastre dalle placche modanate con gli sguanci rialzati come, appunto, le armature in uso a partire dal tardo XVI secolo.
La costruzione di quest’opera, dunque, stratifica più tradizioni iconografiche, dalla Roma antica al Rinascimento, ma è indubitabile l’accento contemporaneo non solo della fisionomia, evidentemente moderna nella magrezza del volto e nella capigliatura sciolta, ma, ancor di più, nell’espressione esistenziale che rende questo soldato dialogante con chi l’osserva.
2013 Roma, Museo di Palazzo Venezia (mostra personale)
Venanzo Crocetti e il sentimento dell’antico. L’eleganza nel Novecento, catalogo della mostra (Roma, Museo di Palazzo Venezia, 2 settembre – 20 ottobre 2013) a cura di Paola Goretti, Roma 2013, n. 30.