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Bagnante con cappello che si asciuga

Bagnante con cappello che si asciuga

bronzo

156 x 109 x 40 cm

1981

n. inv. 46

A partire dagli anni ’80, Venanzo Crocetti iniziò a sperimentare una prospettiva maggiormente sintetizzata per alcune delle proprie opere. In questa Bagnante, per esempio, la volumetria è talmente ridotta al minimo da costituire quasi un altorilievo. Non solo, mentre nelle opere precedenti a quest’altezza cronologica le masse erano costruite per non avere un piano d’osservazione privilegiato (si prenda a esempio L’Incendio del 1935, n. inv. 11; ma anche il più tardo Uomo con cane del 1965, n. inv. 35), questa figura è costruita per la sola osservazione frontale.

Anche la tipologia femminile generalmente scelta nella piena maturità artistica è ben lontana dalle modelle ritratte in gioventù: dagli anni ’80, infatti, il maestro abruzzese abbandona quel crudo verismo caratterizzante la prima produzione per uno stile più aggraziato, per una bellezza maggiormente classica e ideale, pur ritraendo secondo il principio della contingente realtà.

Per la posizione delle gambe, è evidente il ricordo della Venere al bagno del British Museum (copia romana di II secolo da un originale greco), ma la fanciulla di Crocetti è manifesto di un’ingenuità ancora immatura pur nella mollezza delle carni piene.

La versione iniziale (di dimensioni più piccole – h. cm. 74), datata 1976 ed esposta a Tokyo-1989, fa parte di una collezione giapponese privata.

Una fusione delle stesse dimensioni invece è conservata presso il Museo provinciale d’Arte di Miyazaki, in Giappone, con una datazione risalente al 1978.