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Balletto antico

Balletto antico

bronzo

27 x 24 x 8 cm

1940

n. inv. 50

Nella piccola e raffinatissima composizione, si palesa quanto la ricerca estetica di Venanzo Crocetti sia partita da solidissime basi di conoscenza dell’arte classica. Il giovane che suona l’antico aulos a due canne, per far danzare la fanciulla davanti a se’, trova puntuali precedenti iconografici con la scena di danza nel peristilio della Villa dei Misteri (Pompei, I sec. a.C., scena decima), con la rappresentazione del corteo bacchico con satiri e menadi proveniente dalla collezione Farnese (Napoli, Museo Archeologico, 150-200 d.C.), ma anche con la Danza di nudi di Antonio del Pollaiolo, affresco dipinto nella villa La Gallina ad Arcetri, in provincia di Firenze (1465 ca.). Il riferimento più stringente è forse con la Danza delle Menadi della Camera di Ovidio di Palazzo Te a Mantova, pitture per le quali vennero pagati nel 1527 Anselmo Guazzi e Agostino da Mozzanica: in particolare, sulla parete ovest, compaiono un suonatore di flauto a doppia canna, leggermente piegato, e due fanciulle danzanti che hanno un braccio alzato e l’altro dietro la schiena, esattamente come nella composizione di Crocetti.
La scena, inoltre, sembra trarre ispirazione dal Pas de deux centrale del balletto L’Après-midi d’un Faune (Il pomeriggio di un fauno), coreografato da Vaclav Nijinski sull’omonima composizione musicale di Claude Debussy che a sua volta era ispirata alla celebre poesia di Stéphane Mallarmé. Messa in scena per la prima volta dal balletto russo nel 1912 al teatro Châtelet di Parigi, la coreografia è ispirata alle scene di danza di una pittura vascolare raffigurata in un reperto fittile a figure rosse della collezione Campana (Parigi, Museo del Louvre, 490 a.C. ca.). È improbabile che Crocetti abbia assistito a una sua rappresentazione (la prima messa in scena italiana risale al 1972 a Spoleto, in occasione del Festival dei due Mondi), ma è verosimile che conoscesse almeno la vicenda culturale.
Il medesimo tema iconografico fu più volte indagato dal maestro abruzzese, variandone la posizione dei due personaggi.