Vai ai contenuti della pagina Vai al pié di pagina
Vitello

Vitello

bronzo

67 × 115 × 43 cm

1937

n. inv. 255

Nella cronologia delle varie versioni del soggetto iconografico, conservate presso il Museo Crocetti, questo è il secondo in ordine di esecuzione. Il maestro abruzzese, dunque, raffigurò più volte i primi passi incerti dei giovani vitelli, non solo perché esemplari del mondo agreste, contadino, nel quale visse durante la sua breve infanzia (interrotta a soli quattordici anni per trasferirsi a Roma e lavorare come apprendista presso il laboratorio di restauro dei Musei Vaticani), ma soprattutto perché espressione della volontà di trovare un equilibrio sfuggente nella fragile età in cui si passa alla vita adulta.
Infatti, il giovane vitello è ripreso nell’atto di compiere i primi passi: la tensione del collo e le zampe divaricate nel tentativo di aggrapparsi maggiormente al terreno descrivono la sperimentazione, colma di energia, di flettere le proprie membra per imparare a muoversi nello spazio, con la grazia propria della spontaneità.
Come seconda prova, questa versione è molto simile all’originale del 1930 (inv. n. 62), per l’evidente irrigidimento della figura che sembra incedere frontalmente. Nei successivi esemplari (nn. inv. 63-64, rispettivamente del 1940 e del 1938), lo stesso soggetto è ritratto con un senso del dinamismo più spiccato, in una rotazione del corpo che, quantunque incerta, rende l’animale più scattante.
Questo esemplare fu presentato alla prima edizione del Premio Verona (1942), rassegna d’arte nazionale, in quell’anno dedicata alla rappresentazione della vita agricola, che vide Crocetti vincitore della sezione scultura.