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Testa di ragazzo

Testa di ragazzo

bronzo

26 x 18 x 24 cm

1931

n. inv. 199

Nel 1934, agli esordi della propria carriera, Venanzo Crocetti fu invitato a partecipare alla XIX Biennale di Venezia. Il giovane scultore abruzzese presentò due opere: questa Testa di Ragazzo e Vitellino fuggente. Per la prima opera, il 17 maggio 1934, il segretario generale della Biennale, Antonio Maraini, avvertiva Crocetti dell’offerta di mille lire da parte di un ente di regime molto importante all’epoca, soprattutto in considerazione della funzione socio-culturale che era chiamato a rappresentare, vale a dire la Confederazione Nazionale dei Sindacati Fascisti Professionisti e Artisti. Sebbene la somma non fosse molto alta (corrisponde a poco più di mille euro attuali), il 16 gennaio 1935 l’offerta fu accettata dal maestro di Giulianova che venne liquidato per ottocentocinquanta lire (detratte le commissioni trattenute dalla Biennale).

Della Testa di Ragazzo, si conserva una seconda fusione presso il Museo Crocetti: un ragazzo qualsiasi ripreso nell’espressione incerta tra la sprovvedutezza dell’infanzia e la voglia di diventare adulto. La capacità di Crocetti di cogliere le molteplici declinazioni dell’animo umano si manifesta proprio in questa tensione, nella fiera rigidità dello sguardo concentrato sull’orizzonte e le fattezze ancora da fanciullo. Come notato da Enzo Carli, questa piccola testa è un esempio perfetto di simmetria geometrica che invece di giungere all’astrazione formale per estrema semplificazione, riesce nella mirabile impresa di rappresentare un’umanità massimamente realistica.