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La vendita della vacca

La vendita della vacca

bronzo

19 x 26 x 12 cm

1932

n. inv. 61

Il piccolo bronzo ha un potere narrativo profondissimo: manifesta una singola scena ma evocativa di un’intera storia familiare, di una prassi contadina, di un mondo rurale che perpetua la propria sopravvivenza di generazione in generazione, pressoché senza cambiamenti, in aderenza alla vita difficile e semplice che la Natura impone.

La vacca, oggetto della transazione economica, costituisce il piano che separa due diverse e simultanee azioni: da una parte l’accordo raggiunto con una stretta di mano come suole tra due uomini onesti, abbigliati con le povere vesti tipiche di qualsiasi società rurale in ogni parte del mondo (il cappello per il sole, il bastone per accompagnare movimenti e bestiame, il mantello con il cappuccio per affrontare il freddo dell’alba di un nuovo giorno…); dall’altro lato, altre due figure in un gesto di solidale consolazione: un uomo cinge le spalle di una donna che con le mani si copre il volto per non mostrare il pianto, gesto dignitoso che fa intuire la sofferta scelta di vendere l’unico bene della famiglia per obbligo di contingenza.

Mirabile è la gestualità dei personaggi che rende perfettamente leggibile un’intera storia, pur nella scelta di non rappresentare con dovizia di particolari le espressioni dei volti dei protagonisti. L’unico elemento della composizione perfettamente descritto nel suo vivido realismo è la vacca, monumentale e bellissima, gigantesca opportunità che contemporaneamente si acquista e si perde, evocativa di un ciclo di vita propria dell’esistenza agreste.