Mostra PASSATO-PRESENTE. DIALOGHI D'ABRUZZO
Inaugura il 9 Aprile 2011, presso il Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea (CIAC) del Comune di Genazzano, in provincia di Roma, la mostra PASSATO – PRESENTE. DIALOGHI D’ABRUZZO, organizzata dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Lazio con il sostegno della Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee, della Provincia di Roma e la collaborazione di Munus.
La mostra viene ospitata negli spazi del Castello Colonna di Genazzano, noto per l’importanza storica e per il ruolo strategico dei Colonna nei territori tra il Lazio e l’Abruzzo e per una consolidata apertura nei confronti delle mostre d’arte in quanto sede del CIAC.
Una selezione di sedici opere tra le più significative delle collezioni del Museo Nazionale d’Abruzzo – caratterizzate da una poliedrica raccolta che per campioni va dalla preistoria all’arte romana, all’arte rinascimentale a quella del Sei e Settecento, fino all’arte odierna - è allestita contestualmente ad altrettanti lavori di alcuni tra i più noti artisti contemporanei, provenienti da collezioni pubbliche abruzzesi quali il Museo Archeologico di Teramo, il Castello Orsini Colonna di Avezzano, sede della Pinacoteca Comunale, e il MUSPAC (Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea di L’Aquila), oltre che da collezioni private. L’esposizione, con la cura scientifica di Anna Imponente – progettata prima del terremoto del 6 aprile 2009 come allestimento sperimentale delle eclettiche collezioni del Museo Nazionale d’Abruzzo che occupavano un’ala del Castello Cinquecentesco di L’Aquila - si configura come una ipotesi di museo ideale dell’arte del passato con una prospettiva verso il futuro e trova, nella consonanza tra opere antiche e contemporanee, continuità formali, poetiche e naturali, per le matrici abruzzesi della maggior parte dei lavori presenti.
Il gigantesco scheletro fossile di Mammuth del Pleistocene, che occupava un intero bastione del Castello, trova parallelismi con il Bucranio di Pino Pascali presentato per la prima volta al Premio Avezzano del 1966; i reperti di età romana, memori della civiltà latina in territorio abruzzese, quali il Coperchio funerario a forma di serpente, il Leone di Tussio (I sec. d.C.) e il Calendario Amiternino (20 d.C.), sono rispettivamente affiancati dalla sinuosa forma in travertino e marmo dell’opera di Lucilla Catania Naturale (2007), dalla scultura in bronzo Leonessa di Venanzo Crocetti (1937) e dall’opera di Maria Dompè Suffragium (1995). La figura di Papa Celestino V è ricordata dall’immagine della famosa Bolla della Perdonanza, disposta dal pontefice nel 1294 a L’Aquila, e trova corrispondenze con Celestino V – Una storia moderna, di Fabio Mauri, video dell’opera ideata in occasione della festa della Perdonanza del 2008. Mentre la Vetrata di San Pietro Celestino, esempio di vetro policromo risalente al XV secolo, si confronta con il mosaico di Luca Maria Patella Vas Caelestinus V, vaso-ritratto fisiognomico. La maestria della scultura lignea abruzzese è testimoniata dalla maestosa Madonna in trono con Bambino della fine del XIII secolo e dalla Santa Coronata del XIV sec. consumata dal tempo, che dialogano con Intesa di Enzo Cucchi e con una scultura in legno combusto di Nunzio.
La Croce processionale del Duomo di San Massimo, uno dei maggiori esempi di oreficeria del XV secolo dell’illustre maestro abruzzese Nicola da Guardiagrele, firmata e datata 1434, incontra Icaro di Attilio Pierelli, scultore e orafo che indaga gli spazi pluridimensionali.
Un affresco staccato dalla chiesa di San Basilio, la Pietà di Francesco da Montereale, protagonista del rinascimento abruzzese e sensibile interprete dei modi di Antoniazzo Romano e del Pinturicchio, si confronta con un’opera monocroma di Ettore Spalletti che evoca i colori polverosi della pittura a fresco.
Il Gonfalone della città di L’Aquila, divenuto vessillo della città ferita e dipinto da Giovanni di Paolo Cardone nel 1583, è affiancato dal primo arazzo di Afro eseguito dall’Arazzeria di Penne, in provincia di Pescara, emblema dell’artigianato tessile in Italia dalla metà degli anni sessanta.
La tradizione delle ceramiche di Castelli, fucina artistica a partire dal XVI secolo, è documentata dal Paliotto con storie di San Francesco Saverio (1713), composto da diciannove elementi in terracotta smaltata e accostato a Germinazione di Claudio Palmieri, opera costituita da una serie di sculture in ceramica anch’esse realizzate a Castelli.
Due preziose tavole del Maestro di San Giovanni da Capestrano della seconda metà del ‘400 trovano corrispondenze rispettivamente con la grande opera lignea di Mario Ceroli Mani pulite, coscienze sporche e con la spiritualità del linguaggio di Radu Dragomirescu.
Infine, le coperte lavorate al tombolo e un velo da sposa dell’Ottocento, che avevano arricchito di recente la sezione etnoantropologica del Museo, si confrontano con un’opera di Christelle Familiari che utilizza il filo elettrico intrecciato per ottenere un effetto simile alla trina di un merletto e con i ricami in cenere di Maria Elisabetta Novello.
Il progetto garantisce visibilità, oltre che alle opere della collezione del Museo Nazionale d’Abruzzo, inagibile dal 6 Aprile 2009, anche all’innovazione che si innesta sulle persistenti tradizioni locali, grazie alla partecipazione, curata da Elisabetta Silvestrini, di Simona Iannini e di Daniela Allega Fuciarelli: la prima che, per l’occasione, presenta un panorama sull’artigianato del tombolo abruzzese dalla produzione tradizionale alle nuove esperienze; la seconda che produce opere di oreficeria ispirate alle architetture delle chiese aquilane e alla rivisitazione della tradizione.
A lato della mostra, Bruna Esposito, artista internazionalmente nota, presenta insieme ad Emanuela Barbi, Enzo De Leonibus, Franco Fiorillo e Fabrizio Sartori, attraverso l’associazione Neola onlus, la rivisitazione di un dolce tradizionale aquilano, realizzato con il motivo del rosone di Santa Maria di Collemaggio, al fine di raccogliere un contributo per il restauro delle “nicchie del primo bacio” della scalinata della Basilica di San Bernardino a L’Aquila; mentre Giuseppe Stampone presenta un lavoro dal titolo Saluti da L’Aquila, 25.000 cartoline con le immagini della situazione attuale della città e dei paesi circostanti che perverranno ai responsabili delle istituzioni politiche e ai più importanti uomini di cultura e dello spettacolo internazionali.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo e con Munus per la parte organizzativa, conta su un comitato scientifico formato oltre che da Anna Imponente da Lucia Arbace, Mariella Nuzzo, Claudio Libero Pisano, Enrico Sconci e Rossana Torlontano.
La mostra ha il supporto di Selex Service Management - Gruppo Finmeccanica e del Consorzio Saec (Aenergica - Simec Sistemi).
Il catalogo è edito da Palombi.