JOSÉ D’APICE di ombra e di luce
a cura di Francesco Poli
La Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture inaugura giovedì 14 maggio 2015 al Museo “Venanzo Crocetti” di Roma la mostra “JOSÉ D’APICE - di ombra e di luce” a cura di Francesco Poli. L’evento, ideato e organizzato dalla Fondazione Malvina Menegaz e promosso da 29 Arts In Progress, rientra nel percorso che da oltre dieci anni la stessa Fondazione, con sede a Castelbasso, porta avanti sia in Italia che all'estero nell'ambito della promozione dei linguaggi artistici, sulla base di una progettualità che da sempre coniuga l'attenzione alle finalità divulgative con la ricerca e la selezione delle più significative espressioni dello scenario contemporaneo.
Nella mostra saranno presentati i lavori inediti di José D’Apice, un artista che non ricorre mai alla lusinga della fascinazione fine a se stessa, e che non affida il significato delle sue opere ad una ineffabile e alquanto indistinguibile creazione artistica.
Scrive Francesco Poli nel catalogo: “D’Apice è un inquietante e problematico esploratore dell’immaginario, che ha dato vita nel tempo a un mondo fantastico carico di implicazioni criptiche e di vasti e articolati riferimenti culturali artistici, letterari, filosofici, scientifici, antropologici, e molto altro. E lo ha fatto mettendo in atto modalità compositive basate su procedimenti sempre spiazzanti in chiave di combinazione, fusione e trasformazione metamorfica degli elementi grafici figurativi e di quelli concretamente oggettuali”.
Francesco Poli, a proposito dei libri in mostra scrive: “Il gusto per la narrazione assume una sua più esplicita evidenza, in partico- lare, in un significativo filone della sua produzione, quello dei libri, opere tridimensionali quanto mai bizzarre realizzate assemblando i più disparati elementi e oggetti (insieme a inserti disegnati o a collage) e utilizzando materiali come legno e piombo”.
Sono assemblage anche gli altri tipi di artefatti tridimensionali che spesso si configurano come dei contenitori a forma di scatole aperte o di vetrinette da appendere al muro. Sono delle “boîtes à surprise”, delle “boîtes magiques” (quasi sempre rivesti- te di fogli di piombo) che si collegano come i “libri” alla migliore tradizione degli oggetti dadaisti e surrealisti a funzionamento simbolico.
Un prezioso contributo al catalogo ha dato il Maestro Pupi Avati che all’inizio del suo testo scrive: “Nella cultura contadina quell’intrico sontuoso di immagini immotivate, che ci raggiunge prima del sonno, nel dormiveglia, veniva chiamata la nostalgia dei defunti. Volti di persone ignote, e altrettanto ignoti scorci di città, palazzi misteriosi, cupi sprofondi, macchinari enigmatici, montagne invalicabili, labirinti, crittogrammi, fossili, faldoni di biblioteche…”.
“… per D’Apice dipingere è addentrarsi nell’ignoto”, scrive ancora Pupi Avati. “Mi piace insomma pensare che tutto quello che José D’Apice dipinge gli sia preesistente. Giaccia in quell’archivio segreto delle immagini inesplicabili, interdetto ai non iniziati”.
Si può affermare che in queste riflessioni si cela la ricerca poetica racchiusa nelle opere di D’Apice. Un artista unico, nel suo genere, nel panorama dell’arte contemporanea italiana, che ha dato vita, lungo tutti questi anni, ad un’iconografia in cui si mescolano raffinatezza compositiva e citazioni colte, prendendo a prestito ogni volta quegli scarti che la nostra società, assetata di continue novità, esclude o ignora. E che nelle mani di José D’Apice diventano Arte.
Nell’ambito dei grandi eventi organizzati dalla Fondazione Malvina Menegaz in Italia e all’estero, si inserisce anche questa mostra ospitata negli spazi espositivi della suggestiva sede del “Museo Venanzo Crocetti” a Roma.
Inaugurazione: Giovedì 14 maggio 2015alle 18.00
Incontro con la stampa alle 15.00
Orario di apertura: dal lunedì al venerdì, dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Sabato dalle 11.00 alle 19.00 (ingresso libero)
Informazioni-Contatti-Ufficio Stampa:
29 Arts In Progress info@29artsinprogress.com
NOTE PER LA STAMPA
José D’Apice
José D’Apice nasce a San Paolo in Brasile.
Arriva a Roma alla fine degli anni ‘70 a seguito di una borsa di studio del governo brasiliano per l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 1982 diventa cittadino italiano.
Tra il 1984 e il 1986 crea più di 20 copertine di dischi per musicisti quali Louis Armstrong, Mina, The Eagles, Ray Charles, Loredana Berté, Joe Cocker, Chicago, Bob Marley, ecc., per le etichette CBS, Ricordi, Sony, WEA, Globo Records, RCA, ecc.
Nel 1985 crea la scenografia del programma musicale “CLIP- CLIP” andato in onda quotidianamente sull’emittente italiana TMC nell’intero arco di quell’anno.
Nel 1992 è invitato dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri a creare il loro calendario da collezione. Dato il grande successo ottenuto, è invitato a realizzare anche quello dell’anno successivo.
A partire dall’anno 2001, invitato dal noto quotidiano nazionale “Il Messaggero”, inizia la collaborazione nella creazione di disegni per le pagine dedicate alla Cultura e agli Spettacoli.
Le opere di José D’Apice si trovano in alcune delle più prestigio- se collezioni private in Europa, Arabia, Brasile, Stati Uniti, inclusa la Jalane & Richard Davidson Collection di Chicago, una vasta raccolta privata di opere, spesso in prestito a musei per mostre pubbliche itineranti.
Tra le recenti mostre dell’artista si segnala “Humans Among
Aliens” organizzata a Singapore nel 2013 da “29 Arts In Progress”.
Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture
La Fondazione Malvina Menegaz si occupa della promozione dell’arte contemporanea e si propone come interlocutore di Istituzioni pubbliche e private, italiane e sopranazionali, con le quali intende condividere la programmazione delle proprie iniziative culturali.
Attraverso questa impostazione operativa, che integra orizzontalmente pubblica amministrazione, università, imprenditoria, operatori culturali e società civile, intende dar vita a un network culturale evoluto, capace di relazionarsi con altre realtà consimili, italiane e straniere.
La Fondazione organizza ogni anno, nei mesi di luglio e agosto, una manifestazione che si caratterizza per la proposta di due mostre di arti visive di cui una dedicata agli artisti emergenti e l’altra a Maestri ormai storicizzati. Tra i tanti di questi si possono ricordare Enrico Baj, Joe Tilson, Giuseppe Spagnulo, Kengiro Azuma, Lucio Fontana, Mario Schifano, Giorgio de Chirico, Alberto Burri, Alighiero Boetti, Renato Guttuso, Mimmo Paladino, Alberto Di Fabio, Carla Accardi e molti altri ancora. La mostra dedicata alla Accardi è stata ripetuta anche in Polonia, Ungheria e Grecia. La Fondazione non trascura la letteratura per la quale ha portato a Castelbasso, tra gli altri, Alberto Bevilacqua, Vincenzo Cerami, Andrea De Carlo, Giancarlo De Cataldo, Walter Siti e Francesco Piccolo; ma dedica la dovuta attenzione anche alla musica contemporanea come dimostrano, citati solo a titolo esemplificativo tra i tantissimi altri, i nomi di Carmen Consoli, Roberto Gatto, i Baustelle, Lucio Dalla, Gino Paoli, Max Gazzè, Marcus Miller. La promozione dell’arte contemporanea coinvolge anche gli studenti di ogni ordine e grado per i quali la Fondazione organizza, in autunno e primavera, mostre arricchite da appositi laboratori didattici.
L’impostazione progettuale che la distingue ha fatto sì che la Fondazione Malvina Menegaz si facesse promotrice, fino alla sua realizzazione, di un network culturale denominato “Arte in Centro” che ha coinvolto altri importanti enti culturali operanti in Abruzzo e nelle Marche.
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