GIUSEPPE GENTILI: IL CHARLIE CHAPLIN DELLA SCULTURA
Si inaugura lunedì 15 settembre, alle ore 18.00, presso il Museo Venanzo Crocetti, l’antologica: “Giuseppe Gentili. Il Charlie Chaplin della scultura”. L’esposizione, curata da Gabriele Simongini, conclude un anno denso ed impegnativo per l’artista che, lo scorso aprile, lo ha visto protagonista, alla sede romana dell’Unicef-Italia, con la mostra “Giuseppe Gentili. Sculture” e più recentemente, a giugno, presso la sala Carino Gambacorta della Banca di Teramo BCC, con la personale “Giuseppe Gentili. Sculture e dipinti dal 1997 al 2007”.
Il Gentili, apprezzato da collezionisti e colleghi artisti, uno tra tutti Pablo Picasso che tenne a lungo nel parco della sua villa di Mongins (Nizza), l'imponente creazione, di oltre due metri, raffigurante “Don Chisciotte” (oggi proprietà Giordano Patrick), fa spesso parlare di sé e della sua arte schietta ed intesa, capace di parlare a tutti. Non a caso il Simongini lo ha definito il Charlie Chaplin della scultura, personalità, conosciuta nel 1971, a cui ha dedicato diverse opere, come “Il Charlot musicante”, e per il quale ha realizzato importanti lavori, collocati nella sua residenza di Vevey (Svizzera): “Il suonatore di tromba” e “Il direttore d’orchestra”.
La mostra, che rimarrà aperta fino al prossimo 15 ottobre 2008, promossa dalla Fondazione Crocetti, di cui l’On. Antonio Tancredi è il Presidente, è organizzata da Fabrizio Sclocchini.
Durante l’inaugurazione sarà proiettato in anteprima un documentario inedito dedicato a Gentili dal regista ed autore televisivo Raffaele Simongini ed allegato in dvd al catalogo.
Giuseppe Gentili scultore impetuoso ed istintivo, energico artigiano del ferro torna, dunque, nella capitale con un’antologica particolarmente ricca e d’eccezione. Più di 60 opere, sculture e tele, ripercorrono la significativa attività dell’artista dal 1995 sino ad oggi. L’evento vuole, quindi, essere una panoramica dell’intensa attività del Gentili, artista maudit, che dopo il diploma di maestro d’arte, conseguito nel 1963, intraprende con successo la carriera di scultore.
I suoi lavori, soprattutto opere in ferro e in bronzo, colpiscono il grande pubblico e particolarmente la critica che apprezza l’originalità artistica e le capacità tecniche e comunicative. La sua produzione si avvale dell’uso sapiente e combinato della fiamma ossidrica, mista alla fusione, e di accorgimenti, spesso sperimentali, che l’artista preferisce mantenere segreti.
Le sculture, estremamente innovative, trasmettono con efficacia la forza e l’energia spese dallo scultore nel processo creativo, e sono caratterizzate da un lirismo sorprendente nonché da una valenza comunicativa vigorosa.
La sua opera vuole esprimere, anzi gridare, uno straordinario impegno civile e sociale, quello di un uomo che contrasta la violenza ed il terrorismo, a favore dell'ambiente, per una vita dove i valori di pace, giustizia e libertà non siano meri concetti astratti, ma sistemi di vita da perseguire. Un grande desiderio di cambiamento è, dunque, alla base della sua arte che deve scuotere le coscienze per una vita migliore, dove primeggiano principi di unione ed equità.
Per l’occasione, sarà esposta la gigantesca opera in ferro, bronzo e rame, più di due metri e mezzo, “Il Terrorismo”, scultura d’icastica tragicità che testimonia l’impegno e il desiderio di denuncia dell’autore contro la guerra ed ogni tipo di violenza. Tema riproposto nel ciclo di tele “Bianco su bianco”, dipinti definiti dal concetto secondo cui il bianco del supporto è improvvisamente violentato dal bianco del colore, suo simile, una pasta, frutto di una personale, e non conosciuta, ricetta alchemica, che attraverso la morsura violenta la tela. Sarà presente anche la teoria “Funghi umani”, otto bronzetti fortemente plastici e complessi caratterizzati da volti deformati, tormentati, anelanti e protesi verso la ricerca di qualcosa che consenta loro la vita. Sono opere che urlano al pubblico la bruttezza della propria vicenda personale, espressioni di dolore ed angoscia.
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