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La Settimana Santa

martedì 4 aprile 2023
l'Arte di Crocetti fuori sede

opere di Venanzo Crocetti

“… Chi osserva la Croce istoriata con la Via Crucis – quanta penetrazione psicologica in questa concatenazione narrativa – s’accorge che l’autore ha raggiunto una tale sapienza formale, che, volendo, potrebbe far tutto e dir tutto per vincere e ‘stordire’ il suo prossimo.

Il Crocefisso rivela il pathos del dolore: la morte di un Dio che è morto per amore, è così. Il Giusto è stato immolato.

Le Deposizioni – ognuna ha una sua distinzione – sono il racconto della nostra esperienza di fronte alla morte: i gruppi umani intorno al Cristo non rappresentano dei gruppi soltanto, sono parole e sangue, quel sangue delle vittime che è corso durante la guerra (come dimenticare l’aviatore, la suora, il Papa della Grande Pietà?) quelle parole che ciascuno conosce perché nate sulle proprie labbra quando la sofferenza raggiunge un limite estremo.

Ricordiamo allora che Crocetti è l’autore della monumentale Pietà della Chiesa di S. Leone in Roma, rivediamo quelle immagini scolpite, ne sentiamo l’efficacia e la poesia.

Realtà e idealità (le due soluzioni entro cui si muove la scultura) coesistono nella visione di Crocetti: le sue Madonne così umane e sovrane, il (…) questi Angeli con i candelabri…. Crocetti è giovane di pensieri e d’impulso – più volte è stata toccata, né dimenticata nel successivo cammino. Chiunque parla di Crocetti scultore può segnalare tra le cose ultime la cappella di S. Agnese nella Basilica di S. Eugenio, la Maddalena dell’Esposizione di Assisi, il Cristo Divino Lavoratore esposto alla Cittadella, le sculture per la Cattedrale di S. Paolo nel Brasile. Dove egli vive il suo momento più alto? Beati coloro che possono azzardare dei giudizi con una coscienza da posteri. Lasciamo intanto che i fedeli avanti a queste opere cristologiche dicano il loro pensiero.

Un giorno a S. Leone, prima che fosse innalzato il Crocefisso dell’altare maggiore, l’opera in bronzo giaceva deposta in terra. Si attendevano gli operai che incominciassero il lavoro. Uno stuolo di fanciulli, entrati in Chiesa, aveva veduto il Cristo disteso sulla nuda terra. Corsero sopra la sacra immagine e – l’abbracciarono: baciavano il Crocefisso, avevano capito che Gesù era entrato nella loro Chiesa, che stava lì per la loro anima. Crocetti osservava, in disparte: era un segno che gli mandava Iddio, in compenso della sua fatica. Alcuni artisti si preoccupano della gloria, altri del successo, i migliori, critici di sé stessi, si preoccupano di mostrare una scultura autentica senza ipocrisie, concreta e riflessiva, aperta ai piccoli e ai grandi, ai critici e al popolo, a quei sentimenti che non sono di ieri e di oggi, ma eterni. Crocetti in Assisi riafferma la verità di questo canone antico dell’arte.

Dall’ articolo di Giovanni Fallani; “La personale d’arte cristiana dello scultore Venanzo Crocetti”, in “La Rocca”, 1954, p.22

Deposizione, 1953-1954, bronzo - Galleria d’Arte Contemporanea della Pro Civitate Christiana di Assi
Deposizione, 1953-1954, bronzo - Galleria d’Arte Contemporanea della Pro Civitate Christiana di Assi
Compianto su Cristo morto o Grande Pietà, 1954, bronzo - Galleria d’Arte Contemporanea della Pro Civ
Compianto su Cristo morto o Grande Pietà, 1954, bronzo - Galleria d’Arte Contemporanea della Pro Civ
Deposizione, 1959, bronzo – Cimitero del Verano, Tomba della famiglia Fallani
Deposizione, 1959, bronzo – Cimitero del Verano, Tomba della famiglia Fallani
La Crocifissione, bronzo – Chiesa di San Leone I, Roma
La Crocifissione, bronzo – Chiesa di San Leone I, Roma
La Settimana Santa
la Deposizione, 1934, terracotta - collezione privata
La Croce istoriata, 1954 - Galleria d’Arte Contemporanea della Pro Civitate Christiana di Assisi