IL MONUMENTO AI CADUTI DI TUTTE LE GUERRE, TERAMO
Il “Monumento ai Caduti di tutte le Guerre” è stato realizzato dallo Scultore Crocetti tra il 1959 e il 1969 e inaugurato l'8 aprile 1972.
Le tre imponenti sculture che esprimono il sacrificio dei “Caduti del Cielo”, dei “Caduti del Mare” e dei “Caduti della Terra” superano i quattro metri d’altezza e circondano la statua del “Giovane Cavaliere della Pace” posto al centro dello specchio d’acqua che si trova in fondo ai giardini dei Tigli a Teramo.
Ricordiamo la storia del Monumento ai caduti attraverso le parole dell’Onorevole Antonio Tancredi, amico dello Scultore e Presidente della Fondazione “Venanzo Crocetti” dal 2003 al 2012
“… Nel periodo in quale lavorava alla Porta dei Sacramenti gli venne affidato dal Comune di Teramo l’incarico di realizzare il Monumento ai Caduti di tutte le guerre.
Queste due opere, che sono tra le più importanti del nostro scultore hanno momenti di realizzazione paralleli.
Nel 1956 il Prof. Carino Gambacorta, da poco eletto sindaco di Teramo, dopo una intesa consultazione con le organizzazioni combattentistiche della città, con i cittadini e con i suoi collaboratori, decise di dotare la città del Monumento ai Caduti di tutte le guerre. Gambacorta, nei pochi mesi di attività, come primo cittadino, impostò con grande dinamismo la risoluzione di importanti problemi della comunità teramana. Impose un ritmo frenetico alla sonnolenta burocrazia comunale. Il programma presentato alla città era ambizioso e lo portò avanti con enormi sacrifici personali ma con determinatezza e decisione.
Crocetti era già famoso in Italia e nel mondo e aveva vinto molti primi premi.
Gambacorta, il 26 settembre 1956, scrisse allo scultore la prima di una lunga serie di lettere: «Questa amministrazione auspicando che nel mondo si apra finalmente un’area di pace e solidarietà tra i popoli è venuta nella determinazione di tramandare ai posteri la memoria dei teramani caduti in tutte le guerre, con la creazione di un monumento.»
Iniziò tra i due una fitta corrispondenza ed una bella amicizia, nutrita di sentimenti di stima, di rispetto e di affetto reciproco.
Lo scultore accettò subito l’idea ed il 31 ottobre 1956 rispose al Sindaco: “desidero dirle come mi sia sembrato di buon auspicio la nostra pronta disposizione ad intenderci per realizzare il nobile programma del Monumento ai Caduti”.
I due uomini, concreti, colti, dinamici, ambedue dotati di grandi capacità di lavoro, stabilirono subito dei solidi punti di contatto e una intesa piena, che non verrà neppure scalfita dagli avvenimenti fastidiosi che non mancheranno durante i lunghi anni impiegati per completare l’opera.
Lo scultore pensava di collocare il monumento in Piazza Martiri della Libertà, ai piedi della scalinata della Cattedrale. La proposta fu bocciata da un coro unanime di no ed il Sindaco, propose il Viale dei Tigli, dove poi in realtà, sarà collocato.
Dopo varie proposte, di comune accordo venne scelto anche il bozzetto, che corrisponde al monumento attuale. Nel 1960 consegnò la prima statua, nel 1962 la seconda: Vi fu poi un lungo periodo di stasi.
In Comune sorsero difficoltà di carattere finanziario. Lo scultore era tutto preso dal lavoro della porta di S. Pietro. Il tentativo del Sindaco di coinvolgere tutti i comuni della Provincia al finanziamento dell’opera fallì. Si aprirono tra i cittadini sottoscrizioni alle quali parteciperanno in tanti. Le collette però diedero risultati modesti. Il comune oltre a non avere risorse disponibili, trovò sulla sua strada anche ostacoli di carattere normativo. Ci volle tutta l’autorevolezza del Prof. Carino Gambacorta, nel frattempo rieletto Sindaco con una votazione plebiscitaria, per superare i difficili ostacoli. Gli fu di grosso aiuto il vice segretario generale, Don Gennaro Di Sabatino, personaggio dalle buone basi giuridiche e dalla fertile fantasia. Dall’altra parte lo scultore subì forti pressioni perché portasse a compimento i lavori della porta dei Sacramenti, alla quale si dedicò con maggiore impegno dal 1961 al 1965.
Solo in quest’anno terminata la Porta, lo scultore consegnò la terza statua, ma sorsero altri problemi di carattere finanziario e intralci per la sistemazione architettonica della base del monumento e della fontana. Vi furono momenti assai difficili. Gambacorta dovette usare tutte le sue doti diplomatiche e persuasive per mettere d’accordo lo scultore e l’ufficio tecnico del Comune, tra i quali sorsero conflitti frequenti e insanabili. Collaborai anch’io, che nel frattempo avevo stretto legami di amicizia con lo scultore, per superare il difficile momento. Per le opere di pavimentazione e della vasca, si dovette far ricorso ad una impresa di Tivoli. Lo scultore fu inflessibile per la scelta dei materiali e per la perfetta esecuzione delle opere.
Il Prof. Gambacorta, rieletto per la terza volta Sindaco, premeva perché si accelerasse la consegna del gruppo equestre e si terminassero i lavori architettonici. Venne posto un termine ultimo per il 4 novembre del 1968. Il Prof. Gambacorta era nervoso, si parlava di un suo prestigioso incarico per il quale avrebbe dovuto lasciare la carica di sindaco. Egli, giustamente, desiderava inaugurare il monumento al quale teneva moltissimo, sotto la sua gestione, ma le sue aspettative furono deluse perché, nel 1969, assunse la carica di Presidente della Cassa di Risparmio e lasciò quella di Primo cittadino di Teramo. Non cessò però la sua collaborazione perché, grazie ad un generoso contributo della Tercas, sotto la sua presidenza, si poté completare l’opera, che venne inaugurata dal nuovo Sindaco, Nando Di Paola, nel 1972, dopo la consegna del gruppo equestre centrale da parte dello scultore. … “
Venanzo Crocetti nelle collezioni teramane, Edizione Edigrafital 2000
Questo monumento fu inserito dal fotografo giapponese Osamu Murai nel volume fotografico SCULPTURES IN PUBLIC PLACES del 1983, volume che illustra i quarantacinque monumenti più attraenti fra quelli collocati nelle piazze di tutto il mondo.
"Il gruppo equestre centrale fu rielaborato dal Maestro, che ne realizzò almeno cinque esemplari originali. a ognuno apporto significative modifiche. tra questi, il più famoso è il Giovane Cavaliere della Pace, diventato celebre in tutto il mondo insieme ai lavori preparatori. Lo esponemmo a Hiroschima, a New York, a San Pietroburgo, a Mosca a Strasburgo, a Budapest..." Oggi è esposto in una collezione privata sulle colline di Ginevra.
Antonio Tancredi, "Sull'onda dei ricordi e delle emozioni. La storia di un capolavoro" in "Venanzo Crocetti. Monumento ai caduti di tutte le guerre", a cura di F. De Santi e A. Tancredi, Colonnella (TE) 2011.